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Filosofando

2013

<2013>

«essere più audaci e dire il proprio pensiero è da stimolo per i cotardi che riflettono» Mario

Basta solo aver pensato di violare una "regola" per vivere una sensazione di disagio, per non sentirsi più la coscienza pulita. Se contravveniamo ai comandamenti del nostro “giudice interiore” temiamo subito un giudizio negativo su di noi, non solo dagli altri, ma ancor prima da noi stessi.

Unrecht erleiden ist besser als Unrecht tun. Socrate
Finché esiste il desiderio di perfezione materiale, non si può avere pace. Sri Caitanya
Il moderno materialismo è il letame per concimare il terreno per la filosofia. A. Schopenhauer

Senza ripercorrere cammini tortuosi di immaginarie lotte a sostegno della spontaneità di tutti noi, di una non del tutto perduta realtà verso la natura vorrei svelare come io percepisca le mie emozioni in forma autonoma e senza nessun ausilio proposto da alcun servizio o strumento materiale.

Ho concluso la lettura di un interessantissimo libro dell’autore „Frank Schirrmacher“ dal titolo „Ego, das Spiel des Lebens“. L’autore racconta della generale manipolazione degli uomini da parte di una „mostruosa“ economia, di una nuova guerra fredda, in cui contano unicamente i propri vantaggi o interessi. Ogni morale non avrebbe più nessun valore.

Da un aforismo di Nietzsche traggo questo spunto e l’esigenza di dire chi sono. Non avendo mai mancato di dare testimonianza di me, in fondo è possibile che si sappia già. Non ho l'esigenza di distribuire saggezze e moralità, e tantomeno sapere cui ho attinto unicamente dalle mie letture di questi ultimi quaranta anni.

Violare le regole

18/10/2013

Basta solo aver pensato di violare una "regola" per vivere una sensazione di disagio, per non sentirsi più la coscienza pulita. Se contravveniamo ai comandamenti del nostro “giudice interiore” temiamo subito un giudizio negativo su di noi, non solo dagli altri, ma ancor prima da noi stessi. In definitiva il senso di colpa ci dice "sei colpevole e verrai condannato e punito” oppure “non sei degno dell'approvazione altrui” come a suo tempo ti sei sentito di non meritare più l'amore della mamma per aver contravvenuto ad una proibizione o per non aver rispettato un ordine.

Come la mettiamo invece per tutti quei delinquenti, assassini, dittatori, sfruttatori e di ogni forma e razza impregnata di cattiveria verso il prossimo? Basti pensare al matricidio. Gli omicidi in famiglia (prima considerato uno spazio sacro) sono ormai all'ordine del giorno. Ha la cattiveria a differenza della stupidità dei limiti? Direi che risulta più furbo e nell’intimo da noi tutti apprezzato, chi riesce a farla franca alla legge, violando le regole spesso da lui predicate, verrà in seguito acclamato come previlegiato da emulare. Senza violare le regole mentre esiste un sistema di controllo è sintomo di saggezza, o precauzione. Volerle infrangere per il gusto di farlo, è prerogativa dei giovani o degli stolti, o dei rivoluzionari male organizzati di poche risorse.

La mia versione sulle regole da infrangere consiste nell’usare l'intelligenza, la riflessione, e la sensibilità. Queste pratiche ci fanno scoprire la vera realtà che ci circonda; chiedersi il perché e il motivo di tutto e a vedere il mondo per quello che è, quindi ad essere pessimisti....Alla fine è veramente un pregio o è meglio vivere nella beata ignoranza senza chiedersi nulla ma vivendo accontentandosi di poco (o tramite i debiti di tutto) , come nell'infanzia? Meglio farabutti e ignoranti, ma beati e ricchi, piuttosto che intelligenti e pessimisti? La verità come sempre sta nel mezzo. Organizzando le proprie risorse intellettuali e materiali. E unendo gli intenti per della cause ai nostri occhi giuste da combattere, basterà coinvolgere le masse di persone non pensanti, e a quel punto usciranno dalla loro tana, mimetizzata dal perbenismo, e affarismo liberale i veri distruttori del benessere umano “collettivo”. Sarà il momento di infrangere come loro in forma “legale” e apparentemente onesta, ogni regola che si ponga tra me e i miei scopi da raggiungere. Ma il difetto di noi troppo umani e profondi, è di fare affidamento sui precari dell’animo buono, che non avendo granché di scopi esistenziale, seguiranno il dio denaro che li renderà dei traditori degli oppressi, cioè di loro stessi. Saranno senz’altro sempre bene in vista di coloro che non intendono. Per concludere quest’aforismo sulle regole dirò una frase preconfezionata per noi ignari: “La cosa migliore sarebbe essere intelligenti in una società che sia giusta ed equa, ma è un'utopia.”  

Citazioni

18/09/2013

Unrecht erleiden ist besser als Unrecht tun. Socrate

Finché esiste il desiderio di perfezione materiale, non si può avere pace. Sri Caitanya

Il moderno materialismo è il letame per concimare il terreno per la filosofia. A. Schopenhauer

Tugend ist ein Wissen. Sie wird durch Selbstbeherrschung realisiert. Niemand tut mit Wissen das Unrechte. „der Tod Sokrates“

Ci rinforziamo d’imporre l’uno ai molti, ma l’uno in breve diviene i molti. La voce dei molti è la voce dell’uno. Krishnamurti

Sex ist wie eine zarte Blume, eine intesive Flamme, sanft und Rar. Er muss gepflegt werden.. ihn mit Gewalt zu unterdrücken hiesse, etwas zu zerstören, dass zart und intesiv schön ist. Krishnamurti

Nel divenire buoni, c`è la paura del male; Nel divenire completi, c’è la paura della solitudine. Krishnamurti

La verità non è un fiore, un risultato una meta; non la si può inventare, perché non è un oggetto della mente. Krishnamurti

A Berlusconi: “Magna promisisti, exigua videmus” (hai promesso tanto, ma vediamo poco) Seneca

La grande forma del pensiero indiano è stata l’abilità di combinare: Il semplice e il complesso, il divino e il reale, l’attività e la contemplazione, questo ha assicurato la sua continuità. Pluchinik

Bei dem aus Erkenntnis bestehenden Atman ist der Glaube das Haupt, das Recht die rechte, die Wahrheit die linke Seite, die Versenkung dei Seele, die Macht das Unterteil. Upanishad

Das Brahman, dass die Wurzel der Wissenschaft vom Atman und des Akese ist, ist das höchste Ziel der Geheimen Lehre. Upanishad

Il cambiamento non è che continuità modificata. Krishnamurti

Der Versand ist sein Selbst, die Rede seine Frau, der Hauch seine Nachkommenschaft. Upanishad

Vedere e fare esperienza è così necessario come leggere e imparare. Schopenhauer

L’uomo che persegue la conoscenza agisce in modo conforme alla propria natura. Bhagavad Gita

È un po’ il destino di tutte le religioni. Le quali chiedono per sé la libertà di organizzarsi, in nome dei principi laici, e poi, una volta organizzate, la rifiutano agli altri, in nome dei propri dogmi. Indro Montanelli

La pubblicità è inquinamento: fisico e mentale. Fisico perché ci invade, ci accerchia, in ascensore, nel metrò, sulle case. Mentale perché ci da, anzi impone, modelli di vita e desideri.  

Emozioni perdute

09/08/2013

Senza ripercorrere cammini tortuosi di immaginarie lotte a sostegno della spontaneità di tutti noi, di una non del tutto perduta realtà verso la natura vorrei svelare come io percepisca le mie emozioni in forma autonoma e senza nessun ausilio proposto da alcun servizio o strumento materiale. Percependo che ognuno di noi possiede una natura egoista, e interpretando questa caratteristica come un fatto innato, la falsa credenza che il senso di colpa debba perseguirci per l’intera esistenza data dalla nostra cultura cristiana. Non la ragione ma le passioni invece offrono all'uomo certezze come quelle di essere sicuro della sua coscienza personale. Ma l'obbligazione naturale di obbedienza, impostataci sin dall’infanzia verso le istituzioni, i genitori e le varie dinamiche createsi, fanno si che vengano poco coltivate se non del tutto ignorate, le proprie virtù e tanto meno la coscienza delle nostre innate emozioni. Nel corso dei miei anni vissuti tra le più svariate situazioni, ho sempre vissuto forti emozioni che raramente riuscivo ad’esternare, se non attraverso la musica i viaggi e le innumerevoli letture. Le emozioni più forti sono sempre state vissute con altre persone in particolari momenti, che ancora conservo come dei tesori. Cercando di abbinare le mie emozioni con le passioni, ho vissuto così 50 anni molto intensi e produttivi dal punto di vista spirituale ed’emotivo. Per esempio nel viaggiare da solo ho vissuto emozioni estremamente positive, scoprendo parti nuove dime stesso. Così come in India conservo dei momenti di nostalgia e solitudine, ma allo stesso tempo pensando alla mia famiglia lontana l’emozione di essere padre era talmente forte che ancora oggi la ricordo come uno dei momenti di maggiore felicità. Vi è anche da dire che le emozioni bello o brutte con il tempo si modificano, già solo per il fatto che ricordandole o parlandone esse subiscano una mutazione. Infatti come per alcune canzoni a noi care e piene di emozionanti ricordi, la melodia evocherà quel periodo e le emozioni vissute spesso perdute ma ancora vive seppur non più coscienti. Ecco sarebbe una buona metafora fare un ancoraggio di ogni emozione, ad un qualcosa di fisico, o più profondo come una poesia o una canzone. Senza troppe riflessioni, è in realtà così che accade a noi esseri fragili e inconsci di tanto potenziale emozionale. Ecco trovato un nuovo senso al mio Pluchinik. Scrivere per emozionare me stesso e chi mi legge. Fermare i momento, ricordarsi degli insuccessi o traguardi raggiunti. Niente è come sembra, tutto va rielaborato, ristrutturato e riinserito nella mia vita, se possibile modificandola un po’.  

Homo Oeconomicus

07/08/2013

Ho concluso la lettura di un interessantissimo libro dell’autore „Frank Schirrmacher“ dal titolo „Ego, das Spiel des Lebens“. L’autore racconta della generale manipolazione degli uomini da parte di una „mostruosa“ economia, di una nuova guerra fredda, in cui contano unicamente i propri vantaggi o interessi. Ogni morale non avrebbe più nessun valore.

Questo “diktat” dell’economia mette in dubbio non solo la libertà di volere del singolo, ma in un gioco ben calcolato di un radicale egoismo, presso i sistemi automatizzati tramite degli algoritmi sulle azioni e i mercati in atto nelle maggiori borse mondiali. La democrazia stessa diventerebbe un’incontrollabile marionetta guidata, dall’illusione di stati immaginari che con l’ausilio delle macchine-computer in uno stato di guerra fredda decidono sempre più i destini degli stati e dei loro popoli.

In una logica da guerra fredda della nostra società, divenuta ormai parte integrante del sistema, questo mostro o egoismo mecchanico, gioca senza l’ausilio di noi uomini. Il perdente è già stato proclamato. Frank Schirrmacher ci fornisce delle sue analisi, ma non delle risposte alla domanda su cosa noi permettiamo di imporci da parte dei sistemi, e a quale gioco dovremmo giocare. In sintesi Schirrmacher afferma che l’egoismo proveniente dal modello di pensiero economico, ha conquistato ogni altro ambito sociale e scientifico. Il cosidetto "Homo oeconomicus" secondo gli esperti di storia dell’economia non sarebbere nato o inventato in questo nostra epoca, bensi con la nascita del liberalismo del 18° e 19° secolo. Dunque un’opzione europea che si domandava come sia possibile ottenere più libertà, sicurezza sociale e democrazia senza dipendere dai sistemi economici. Indagando per conto mio ho scoperto che l’idea non è del tutto nuova. Già David Hume ne avevano descritto e parlato in modo esaudiente.

David Hume in suo trattato “Delle misure di obbedienza” descrive come la teoria del contratto sociale intese stabilire un principio nobile: la sottomissione al governo ammette eccezioni e la tirannia - che è contraria al consenso - è sufficiente a liberare l'individuo da tutti i tipi di obbedienza. Secondo questa teoria, gli uomini sono in origine in uno stato di libertà e decidono di rinunciare alle loro libertà in cambio di protezione e sicurezza e quando questa condizione non è soddisfatta, essi sono liberi di rompere il loro contratto. Il concetto è che chiunque abbia acquisito autorità sulle persone debba produrre qualche vantaggio per loro, altrimenti ci si deve aspettare dall'individuo che l'obbedienza sia presto o tardi ritirata. Hume sostiene che la conclusione è giusta, ma il principio in sé è errato. Utilizzando differenti premesse, Hume tenterà di raggiungere la stessa conclusione e fornire un'alternativa alla teoria tradizionale del contratto sociale. Sulla base delle sue assunzioni, l'obbligazione non deriva dalle premesse, ma dai motivi che hanno spronato gli uomini a concludere l'accordo, cioè, il loro interesse personale in sicurezza e protezione. L'obbligazione verso il governo cessa quando l'interesse cessa. Pertanto, l'obbedienza all'autorità non deve essere passiva: il governo è un'invenzione dell'uomo per il suo proprio interesse e per l'interesse della società. Quando il governante rimuove l'interesse, egli rimuove anche l'obbligazione naturale di obbedienza. Segue che gli uomini possono legalmente resistere al governo senza commettere ingiustizia. Fine citazione del filosofo.

Per tornare al libro di Frank Schirrmacher, esso ha suscitato soprattutto in Germania molte critiche e polemiche. Per molti le teorie proposte di congiure del sistema economico ai danno degli stati e delle popolazioni, non sono altro che degli attacchi isterici e senza fondamentali prove. Io credo che come altri pensatori liberi, in questo libro si voglia proporre un’alternativa europea al capitalismo ego-digitale proposto altre atlantico e ormai espanso all’intero pianeta. Non si tratta della solita critica al capitalismo di sinistra, bensì del trionfo di un modello di vita inumano e sintetico, spesso chiamato Homo Oeconomicus . Questo trionfo si espanderà sempre più dal controllo digitale a quello analogico di cui è fatto il nostro modo di pensare, amare e ragionare. Spesso sono stato bollato come nemico del capitalismo e del progresso in generale, e ciò è dovuto alla mia criticità verso i modelli attuali che regolano sempre più la società. Ebbene non ho mai promosso o lodato le lotte di classe, lo sfruttamento dei padroni verso noi vittime ecc. Le mie “scoperte” o ideali da proporre vanno in tutt’altra direzione. La riflessione che chiarisca una volte per tutte questo malinteso da parte dei miei pochi lettori di Pluchinik, la chiamerò “Emozioni perdute”.  

Nessuno ha i miei orecchi

10/04/2013

Da un aforismo di Nietzsche traggo questo spunto e l’esigenza di dire chi sono. Non avendo mai mancato di dare testimonianza di me, in fondo è possibile che si sappia già. Non ho l'esigenza di distribuire saggezze e moralità, e tantomeno sapere cui ho attinto unicamente dalle mie letture di questi ultimi quaranta anni. Mi basta solo parlare con un qualche dotto che raramente incontro per la mia strada, per convincermi della discrepanza tra l’importanza del mio compito di divulgatore di me stesso, e la piccolezza di codesti conoscitori armati di titoli e onorificenze. Non mi dilungo sul resto dei miei contemporanei, che non mi hanno udito e letto o soltanto visto. A volte mi sento un discepolo del filosofo Nietzsche, che ha guidato in tutti questi anni la mia imbarcazione verso rotte sempre più ambite. Ripensando poi alla solitudine e agli ultimi anni della sua vita mi rendo conto che vivere la propria idea e filosofia può diventare troppo arduo se non fatale. Il mio mondo scritto o inventato e la realtà, si uniscono nei loro istinti più sotterranei. Una forma di culto mi sono inventato, di valori in cui credo fermamente la crescita e il mio futuro di probabile scrittore di me stesso. Respirando l’aria dei miei scritti, che io ritengo un’aria forte e vigorosa, in cui la solitudine regna, io respiro liberamente. Come IL filosofo ho compreso che indagando tramite gli strumenti dati dalle letture del passato, e analizzando la vita contemporanea, ho imparato a considerare le cause in modo diverso da come fino ad oggi si è moralizzato e idealizzato. Fino a dove oserò indagare su me stesso e sulla vita? Il mio dono per chi un giorno avrà i miei orecchi sarà, l’educazione alla durezza del proprio spirito nell’indagare sulla propria verità. È un compito arduo e impossibile da tradurre in semplici frasi o siti web dedicati. Il mio confronto principale o missione, è la messa in pratica tramite le mie interiorità, della mia pienezza fatta di morale propria e verità mai appagate. Bando ai dogmi che per millenni hanno deviato lo sviluppo dell’uomo, ma senza pudore accetterò volentieri di servirmene se ciò renderà più gaudente la mia esistenza e delle persone che più amo. Non è indagando l’ignoto che l’umanità si è rialzata dai momenti bui, ma confrontandosi con la realtà contemporanea. Per millenni gli idoli e le religioni hanno impedito lo sviluppo, che culture avanzate prima dell’avvento del cristianesimo avevano già posto su binari ammirevoli.

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